verdi del trentino
    Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale    
   
Consiglio provinciale di Trento - XIV Legislatura Consiglio provinciale di Trento - XIII Legislatura

dalla stampa
2011 - 2013

atti consiliari
2011 - 2013

dalla stampa
2009 - 2010

atti consiliari
2009 - 2010

dalla stampa
2007 - 2008

atti consiliari
2007 - 2008

dalla stampa
2003 - 2006

atti consiliari
2003 - 2006

torna a precedente

   

 HOMEPAGE

  I VERDI
  DEL TRENTINO

  
  CHI SIAMO

  STATUTO

  REGISTRO CONTRIBUTI

  ORGANI E CARICHE

  ASSEMBLEE
  CONFERENZE STAMPA
  RIUNIONI


 ELETTI VERDI

  PROVINCIA DI TRENTO

  COMUNITÀ DI VALLE

  COMUNE DI TRENTO

  ALTRI COMUNI


 ELEZIONI

  STORICO DAL 2001


 ARCHIVIO

  ARTICOLI

  DOSSIER

  CONVEGNI

  INIZIATIVE VERDI

  PROPOSTE VERDI

  BIBLIOTECA

  GALLERIA FOTO

  

     

Trento, 26 agosto 2005
SALVIAMO E VALORIZZIAMO IL LAGO D’IDRO,
PATRIMONIO NATURALE E CULTURALE LOMBARDO E TRENTINO

Proposta di mozione presentata da Roberto Bombarda,
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici per L’Ulivo

Domenica 21 agosto 2005 si è svolta ad Anfo (Bs) l’ennesima manifestazione per richiamare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sul drammatico stato di salute nel quale versa il Lago d’Idro, l’antico Eridio, uno dei più bei laghi dell’arco alpino italiano.

Le sue acque sono quasi interamente in territorio lombardo, mentre la sponda settentrionale è condivisa con il Comune trentino di Bondone, sulla cui frazione di Baitoni sono sorte nel tempo attività economiche e turistiche che vivono proprio in funzione della presenza del lago. La sponda trentina ospita pure un importante area naturale, il SIC Lago d’Idro istituito ai sensi delle direttive europee. La Provincia di Trento ha sostenuto significativi investimenti nell’arco degli ultimi anni per valorizzare la sponda trentina e per incentivare lo sviluppo turistico del basso Chiese.

Il bacino idrografico del fiume Chiese che alimenta il Lago d’Idro è in parte prevalente situato in territorio trentino: il mantenimento di una buona qualità e di una adeguata quantità delle acque conferite al lago è dunque responsabilità del Trentino, che nel tempo ha fatto la propria parte garantendo la depurazione ed il deflusso necessario pur considerando l’imponente utilizzo delle acque a scopo idroelettrico. Purtroppo la stessa qualità non è garantita sul territorio bresciano, essendo ancora carenti alcune infrastrutture per la depurazione, peraltro già finanziate ed in corso di progettazione definitiva. La situazione disastrosa dei livelli del lago (mai così basso come in queste settimane) e della qualità dell’acqua – talmente compromessa da comportare il divieto di balneazione su tutte le spiagge bresciane – è minata anche dagli inquinanti, in parte anche di origine trentina, che si sono depositati nell’arco dei decenni nella parte più profonda del bacino e che, stante da dinamica “artificiale” dei deflussi, potrebbe ulteriormente aggravare la situazione.

Anche la qualità dell’area protetta e le potenzialità della ricettività turistica trentina sono state recentemente messe a dura prova dal consistente abbassamento del livello delle acque, dovuto ai prelievi forzati operati dal concessionario che è allo stesso tempo l’utilizzatore dell’acqua prelevata. Una situazione che la Provincia di Trento, per mezzo dell’assessore alle opere pubbliche Silvano Grisenti, ha giustamente criticato, preannunciando che se non saranno distinte – a tutela della correttezza ed imparzialità – le figure del concessionario e dell’utilizzatore la Provincia di Trento non sarà disponibile raggiungere l’intesa con la Regione Lombardia prevista dall’art. 89, comma 1, lett e) del D.Lgs. 112/89 sulla costituzione del Comitato istituzionale. Vale a dire del soggetto che dovrebbe assumere le funzioni inquadrate nell’ambito delle misure di coordinamento interregionale previste dal piano provinciale di utilizzazione delle acque pubbliche, adottato dalla Provincia ai sensi delle leggi nazionali.

Il comportamento dell’Amministrazione provinciale di Trento è stato dunque, ad avviso del proponente, corretto e consapevole. Lo hanno riconosciuto pubblicamente anche gli amministratori dei Comuni bresciani ed i rappresentanti delle associazioni ambientaliste e dei comitati di cittadini che negli ultimi tempi si sono mobilitati a difesa del lago, portando la disastrosa situazione del lago d’Idro anche sulle pagine dei quotidiani nazionali ed all’attenzione del Parlamento italiano. Ma la Provincia di Trento potrebbe fare ancora di più, proponendo all’Amministrazione lombarda un piano pluriennale per il risanamento e la promozione – anche sul mercato turistico internazionale – di questo lago che, essendo “ai lontani confini” di entrambe le regioni, evidentemente non ha mai goduto delle attenzioni e delle cure necessarie.

Si tratta pertanto, giunti a questo punto, di sbloccare al più presto la situazione, creando le condizioni per una collaborazione costruttiva tra Trentino e Lombardia che possa portare ad un miglioramento qualitativo e quantitativo delle acque presenti nel bacino lacustre. Questo obiettivo prioritario dovrebbe essere accompagnato da un progetto di definitivo rilancio di questo grande patrimonio ambientale e paesaggistico interregionale, dove sono presenti rilevanti siti di interesse ambientale e storico-architettonico.

Il Lago d’Idro ha enormi potenzialità turistiche inespresse, il suo versante orientale non ha alcuna strada che lo percorra e per ampia parte è privo di ogni insediamento umano, ciò che consente alle sue sponde di essere molto ricche dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Certamente uno dei pochi casi di questo genere a livello nazionale. La sponda trentina, dominata dal Castello di San Giovanni di proprietà del Comune di Bondone e dal bellissimo omonimo centro abitato che sovrasta l’area protetta di valore internazionale offre delle situazioni che potrebbero essere ulteriormente valorizzate, in particolare connettendo la sponda di Baitoni con quella limitrofa di Ponte Caffaro nel Comune di Bagolino (Bs).

Uno strumento per la gestione coordinata e concertata del lago potrebbe essere rappresentato dal “Contratto di Lago”. La Regione Lombardia, per la tutela e la valorizzazione delle risorse idriche, ispirandosi alla Direttiva 2000/60/CE, si è posta come obiettivo di governo lo “Sviluppo del Partenariato”, promovendo, avvalendosi del supporto tecnico-scientifico di ARPA Lombardia, i processi denominati "Contratti di fiume", finalizzati alla riqualificazione dei bacini fluviali dell'Olona, del Seveso e del Lambro. La L.R. lombarda n. 26/2003 prevede espressamente il Contratto di Fiume e il Contratto di Lago come strumenti di programmazione negoziata per la promozione della "concertazione e l'integrazione delle politiche a livello di bacino e sottobacino idrografico, con la partecipazione dei soggetti pubblici e privati, per la tutela e la valorizzazione delle risorse idriche e degli ambienti connessi e la salvaguardia del rischio idraulico". L'intenzione è di affrontare in modo condiviso e innovativo un percorso che porti alla sottoscrizione di un accordo in cui sia individuata una vasta serie di azioni che, agendo sulle "cause strutturali" del degrado dei fiumi, siano volte al miglioramento delle caratteristiche qualitative delle acque, alla prevenzione e controllo delle piene, alla sistemazione delle sponde e alla valorizzazione e fruizione degli ambienti fluviali. Il Contratto di Fiume/Lago richiede un forte impegno degli enti locali, dei cittadini e degli utilizzatori delle acque. Gli obiettivi del Contratto, infatti, sono definiti e attuati mediante un processo articolato di coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, nel quale ciascun attore locale può concorrere con le proprie competenze e i propri poteri al raggiungimento degli obiettivi condivisi. 

Tutto ciò premesso

il Consiglio della Provincia autonoma di Trento

impegna la Giunta provinciale

1. a promuovere tutte le azioni necessarie nei confronti della Regione Lombardia al fine di giungere al più presto all’intesa sulla costituzione del Comitato istituzionale di controllo e vigilanza sull’attività del “regolatore del lago”;

2. a proporre alla Regione Lombardia la sperimentazione di un “Contratto di Lago” che possa coinvolgere tutte le istituzioni, gli enti, le associazioni ed i comitati interessati alla tutela ed alla valorizzazione del Lago d’Idro sia sulle sponde lombarde che su quella trentina;

3. ad avviare assieme alla Regione Lombardia un progetto pluriennale di ricerca scientifica – anche con il coinvolgimento delle Università, delle ARPA e dei centri studi più specializzati (come ad esempio il Museo Tridentino di Scienze Naturali) - indirizzato a migliorare in modo permanente la qualità delle acque del lago;

4. a sostenere e promuovere un progetto interregionale per la valorizzazione e la promozione turistica del lago d’Idro anche a livello internazionale, coinvolgendo le aziende provinciali/regionali per il turismo e le locali associazioni/consorzi pro loco trentine e lombarde.

Cons. prov. dott. Roberto Bombarda

 

     

Roberto Bombarda

ROBERTO
BOMBARDA


BIOGRAFIA


  


© 2000 - 2023
EUROPA VERDE    
VERDI DEL TRENTINO

webdesigner:

m.gabriella pangrazzi
     
 

torna su